Stramadecc

di Maria Zanchi

installazione artistica permanente


Il lavoro è nato dall’incontro di due profonde tradizioni legate al territorio: gli Stramadécc e le rocche. A Monno “andiamo a Stramadécc” indicava il chiacchiericcio tra parenti e amici che si incontravano e lavoravano nelle stalle durante le serate invernali.
La rocca in nocciolo, piccolo strumento che veniva usata per filare la lana, racchiude in sè le tradizioni della tessitura e del legno tipiche della Comunità. Le nonne del paese narrano che, un tempo, i fidanzati la regalavano alle loro donne decorandole in segno d’amore. La rocca, strumento quotidiano di lavoro, diventava così anche simbolo di unione.
Ispirandosi a queste due tradizioni, dopo la fortunata esperienza di aperto_2011, l’artista Maria Zanchi ha nuovamente trasformato la piazza di Monno in un laboratorio a cielo aperto in cui costruire rocche monumentali.

Gli abitanti, incuriositi dal fare collettivo e guidati da un gruppo di anziani che ancora preservano le antiche tecniche di lavorazione del nocciolo, hanno ricreato l’atmosfera degli stramadécc di un tempo. La piazza è diventata il luogo dell’incontro tra le rocche, le tradizioni e gli abitanti. Da questo dialogo è nata un’istallazione artistica permanente che percorre il centro storico, segno visibile di una nuova coralità comunitaria.


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